Di seguito riportiamo il documento programmaticoche è stato mandato a tutte e 9 le liste che si sono presentate per le elezioni regionali del 26 maggio.
Abbiamo ricevuto 4 risposte.
Alpe, Pd-SinVda e Uvp lo hanno sottoscritto formalmente impegnandosi ad attuarlo, nel caso la coalizione risultasse vincente. Le liste hanno ribadito che l’indirizzo del documento è presente nel loro programma. Il Movimento Cinque Stelle Valle d’Aosta, pur non sottoscrivendo formalmente l’appello, ci ha che nel proprio programma è presente un chiaro impegno inerente la realizzazione di un sistema di gestione dei rifiuti rispettoso dell’esito del Referendum propositivo del 18 novembre e basato sulle buone pratiche di riduzione, riuso e riciclo, nonché sui trattamenti a freddo.
Le altre liste non hanno ritenuto farci pervenire nulla a riguardo.
Buona lettura e a voi le considerazioni.
DOCUMENTO PROGRAMMATICO DA SOTTOPORRE ALLE FORZE POLITICHE VALDOSTANE PER LE ELEZIONI REGIONALI 2013
Premesse
L’Unione Europea si è già espressa più volte sulla gestione sostenibile delle risorse naturali, sia con la Direttiva quadro sui rifiuti (98/2008), sia con le recenti risoluzioni delle Commissioni tematiche interne al Parlamento europeo. In particolare la Direttiva quadro europea indica la scala di priorità nella gestione dei rifiuti, che va improntata alla massimizzazione della riduzione, del riutilizzo e del recupero di materia.
La Risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012, volta a delineare un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse, al punto 33, invita a “ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero” e ad “abolire progressivamente, entro la fine del 2020, l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili”. I principi che sono alla base della legislazione europea in materia di rifiuti seguono una logica che è innanzitutto economica e lungimirante, sapendo coniugare un modello economico adatto alle dimensioni europee, vincente nel contesto globale, poiché basato sulla migliore opzione ambientale, sulla tutela della salute e dell’ambiente, sulla modifica e il reindirizzo del sistema produttivo nel senso della sostenibilità e della qualità.
La crisi economica e l’esigenza di fronteggiare la concorrenza di paesi emergenti, associati alla consapevolezza che il “vecchio continente” è carente di materie prime e di fonti energetiche fossili, obbligano a pensare strategie volte a minimizzare gli sprechi utilizzando al meglio le risorse naturali disponibili e recuperando le materie post consumo.
La gestione dei rifiuti diventa, in quest’ottica, d’importanza primaria rispetto allo smaltimento e deve essere improntata alla logica di recuperare i materiali, prioritariamente rispetto all’energia, al fine di reinserirli in un sistema produttivo sostenibile e capace di essere volano di una nuova economia che dia risposte vincenti nell’attuale situazione di crisi.
I rifiuti sono parte inseparabile del sistema produttivo e deve essere chiaro che essi non possono essere trattati come un problema a se stante, ma che devono essere considerati come parte di un modello ampio e complesso. In parole povere, è impensabile arrivare a una gestione sostenibile a lungo termine senza intervenire sull’intero sistema produttivo nazionale, ma anche mondiale.
E’ opportuno che la politica italiana faccia propria la gerarchia gestionale dei rifiuti, limitandosi progressivamente ad attuare solamente i primi 3 punti, che devono diventare gli unici attorno ai quali si articola le gestione degli scarti. Il recupero di energia e lo smaltimento devono essere ridotti nel tempo fino a tendere a zero, governando la fase transitoria, ottimizzando gli impianti già esistenti, senza costruirne di nuovi ed eliminando gli incentivi alla produzione di energia da rifiuti oda scarti industriali, che hanno causato negli anni distorsioni del mercato e ostacolato una corretta gestione dei rifiuti. I primi tre punti della gerarchia sono, in ordine di priorità: la prevenzione, il riutilizzo e il recupero di materia. Solo un sistema di gestione degli scarti fondato su questi punti potrà aspirare alla reale sostenibilità.
La normativa nazionale italiana ha recepito le indicazioni del legislatore europeo (Direttiva 98/2008/CE) con il D.Lgs. 205/2010, che modifica il precedente D.Lgs. 152/2006.
Viste le premesse generali sopraindicate, la Valle d’Aosta specialmente in questo delicato frangente di crisi economica, deve sapere cogliere le indicazioni del legislatore europeo e nazionale e costruire un sistema di gestione dei rifiuti che risponda al meglio ai principi di economicità, efficacia ed uso sostenibile delle risorse.
La situazione a livello del contesto locale si presenta pronta ad accogliere e sviluppare i migliori indirizzi e le migliori pratiche in materia di rifiuti, anche perché il territorio valdostano non ha realizzato soluzioni impiantistiche di alcun tipo. Infatti, attualmente esiste solo la discarica di Brissogne attiva dal 1980. La Valle si trova, quindi, in un momento di transizione verso la scelta di un sistema gestionale piuttosto che un altro. Sarebbe opportuno che si opzionasse con chiara volontà d’indirizzo e politica, verso un sistema d’eccellenza sul modello di comunità quali Capannori o Treviso.
Le ridotte dimensioni territoriali della nostra Regione, oltre alla sua vocazione turistica, rendono particolarmente adatto un modello improntato alla massimizzazione delle buone pratiche di riduzione, riuso e riciclo, oltre che all’adozione di impiantistica cosiddetta “a freddo”. La praticabilità di tale modello gestionale trova inoltre vincolante fondamento nella volontà popolare manifestata dalla comunità valdostana stessa, che con il Referendum propositivo del 18 novembre 2012 ha scelto che non siano utilizzati trattamenti a caldo sul territorio della regione.
In Valle d’Aosta la normativa di riferimento in materia di gestione di rifiuti è la Legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31, “Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti”, il cui testo vigente include la modifica apportata a seguito dell’esito del Referendum propositivo del 18 novembre 2012. Tale modifica è stata introdotta con la l.r. 23 novembre 2012, n. 33 il cui testo è riportato di seguito:
Art. 1 (Modificazione all’articolo 7)
1. Il comma 5 dell’articolo 7 della legge regionale 3 dicembre 2007, n. 31 (Nuove disposizioni in materia di gestione dei rifiuti), è sostituito dal seguente:
“5. In considerazione delle ridotte dimensioni territoriali della regione e dei limitati quantitativi di rifiuti prodotti, in conformità agli obiettivi di cui all’articolo 10, comma 1, al fine di tutelare la salute e di perseguire criteri di economicità, efficienza ed efficacia, nel ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali non pericolosi non si realizzano né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione.”
A seguito dell’entrata in vigore della l.r. 23 novembre 2012, n. 33 appena menzionata, è stata costituita la Commissione consiliare speciale per la rideterminazione degli indirizzi programmatici del sistema di gestione dei rifiuti, che è stata istituita con deliberazione del Consiglio regionale n.
2726/XIII del 5 dicembre 2012. La Commissione è stata composta da sette consiglieri regionali, di cui quattro di maggioranza e tre espressi dalla minoranza, e presieduta dal consigliere Alberto Bertin. Essa ha previsto la partecipazione alle sue riunioni di un rappresentante del Comitato promotore del referendum.
La Commissione si è riunita 24 volte tra l’11 dicembre 2012 e il 5 aprile 2013. Suo obiettivo era rimettere al Presidente del Consiglio regionale, entro il mese di marzo 2013, una relazione conclusiva sul proprio operato, concernente l’indicazione di indirizzi per la nuova gestione dei rifiuti, ma durante l’ultima seduta del 04/04/2013 i componenti di maggioranza hanno respinto la relazione proposta dal Presidente e non hanno acconsentito a ridiscuterla per concordare su indirizzi comuni sulla base del lavoro svolto.
Pertanto, allo stato attuale nessuna misura né di indirizzo, né programmatica, né alcuna concreta azione è stata adottata al fine di modificare la gestione dei rifiuti sulla base dell’indicazione derivante dal Referendum del 18 novembre 2012 e dalla l.r. 33/2012.
Alla luce di quanto appena esposto nella premessa, che forma parte integrante di questo documento, l’Associazione Valle Virtuosa chiede che le forze politiche candidate al Consiglio regionale della Valle d’Aosta per le elezioni regionali del 2013, con la sottoscrizione di questo documento si impegnino a:
Rispettare l’esito del referendum propositivo del 18 novembre 2012 in materia di gestione dei rifiuti, garantendo il rispetto della volontà popolare dei valdostani chiaramente espressa. In tale occasione la comunità valdostana ha deciso che nel ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali non pericolosi non si realizzano né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione;
Adottare tempestivamente, tra i primi provvedimenti del nuovo governo regionale, una rideterminazione degli indirizzi e una riprogettazione della gestione dei rifiuti, che discendano dall’esito del Referendum e della l.r. 33/2012 sopraindicati e che attuino più celermente possibile, misure concrete di gestione dei rifiuti che realizzino priorità e buone pratiche come indicato dal legislatore europeo, nazionale e regionale. In modo particolare sono di seguito indicate alcune priorità d’indirizzo e d’azione:
predisporre un piano regionale di prevenzione della produzione di rifiuti, con procedura pubblica, che ponga obiettivi da realizzare, prescrivendo azioni e tempi previsti e i cui risultati siano misurabili, in un’ottica di ottimizzazione in corso d’opera;
rendere pubbliche le sedute dell’Osservatorio regionale sui rifiuti, rendendo disponibili dati e documenti e raccolta dei video delle sedute visibili sul sito istituzionale;
raggiungere una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%, volta al recupero di materia;
eliminare progressivamente il conferimento della frazione umida dei rifiuti solidi urbani in discarica mediante il potenziamento dell’autocompostaggio e il compostaggio di prossimità nelle valli laterali e introducendo la raccolta differenziata nelle zone a più elevata densità abitativa;
adottare il sistema di raccolta differenziata più efficiente ed efficace, quale il “porta a porta” spinto, in modo particolare nelle zone a più alta densità abitativa;
rivedere l’attuale organizzazione della gestione dei rifiuti prevista per sotto-ambiti, coincidenti con le Comunità montane e con il capoluogo regionale, al fine di rendere omogenee le modalità di raccolta e i costi del servizio;
introdurre sistemi di tariffazione puntuale, che prevedano la misura analitica del rifiuto non riciclabile prodotto, in modo tale da incentivare il cittadino alle buone pratiche di riduzione, riuso e raccolta differenziata;
intraprendere azioni per disincentivare la produzione di rifiuto secco non riciclabile e di rifiuto putrescibile, sia con agevolazioni tariffarie, sia con sistemi di tassazione aggiuntiva; le maggiori entrate derivanti da queste iniziative dovranno essere utilizzate per diminuire i costi delle raccolte differenziate;
investire tutti i proventi derivanti da smaltimento e da recupero derivanti dal conferimento ai consorzi nazionali, oltre che dalla valorizzazione del gas da discarica, nel costo del servizio, al fine di ridurre gli oneri gravanti sul cittadino e di incentivare le buone pratiche;
prevedere presso le isole ecologiche centri per il riutilizzo e per la riparazione;
prevedere la realizzazione di impianti per il trattamento della frazione residuale dalle raccolte differenziate basati su sistemi a freddo di selezione e di stabilizzazione. Tali impianti devono essere finalizzati ad un ulteriore recupero di materia e alla stabilizzazione della frazione organica residuale, la cosiddetta “fabbrica dei materiali”;
indire un avviso di interesse pubblico per la realizzazione della “fabbrica dei materiali”, che preveda la localizzazione e la tipologia degli impianti, il loro dimensionamento, i costi e le emissioni previste, oltre alle modalità di monitoraggio della qualità delle matrici ambientali nei pressi degli impianti;
realizzare presso il centro di trattamento finale un centro di ricerca sul rifiuto, che consenta di analizzare la merceologia e di prospettare iniziative di riprogettazione industriale dei prodotti ancora non completamente disassemblabili o con parti non recuperabili.
Aosta, 7 maggio 2013
vallevirtuosa@gmail.com
Associazione Valle Virtuosa