Intervista rilasciata a VV da Panagiotis Athanasiadis (06/08/1973), fisico e metereologo di origine greca, ricercatore presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Bologna.
Qual è stato il tuo ambito di studi e di che cosa ti occupi?
Ho studiato Fisica Ambientale, all’Università di Atene, poi mi sono specializzato in meteorologia e cambiamenti climatici con il dottorato presso l’Università di Reading in Inghilterra. Negli anni successivi ho lavorato presso diversi istituti di ricerca per la meteorologia, come quello di Washington, negli USA, e quello di Atene. Adesso lavoro in Italia, presso il CMCC Centro Euro- Mediterraneo su Cambiamenti Climatici di Bologna.
Cosa pensi del trattamento a caldo dei rifiuti e di impianti come inceneritori o simili? Qualcuno vorrebbe costruirne uno in Valle d’Aosta […].
Cercherò di parlare in modo semplice e generico, cosicché ci capiamo e la gente che leggerà questa intervista potrà comprendere questi pochi concetti che vorrei elencare. Ci possono essere impianti diversi tra loro per il trattamento a caldo dei rifiuti, ma spesso le problematiche sono simili e accomunano le diverse tipologie di impianto.
Il problema principale è che per realizzare il trattamento a caldo, si superano i 1000 C°, ed è a quel punto che prendono atto delle particolari reazioni chimiche che provocano il rilascio di particelle che possiamo definire “anormali”. Ci sono i filtri, certo, e possono anche essere i più moderni ed efficienti, ma una parte di rilascio di queste particelle è fisiologica; senza poi contare gli inconvenienti, che potrebbero derivare da guasti di queste apparecchiature, per i quali non si è mai sufficientemente attenti, né informati.
Operando a così alte temperature, inoltre, i costi di mantenimento e di controllo di questi impianti sono ingenti.
Questi sono gli aspetti più negativi che vorrei evidenziare.
Vorrei poi sottolineare che questi impianti vanno ad incrementare l’inquinamento, e che ci sono diversi livelli di inquinamento.
L’inquinamento atmosferico in primo luogo, con rilascio di sostanze chimiche nell’aria, diossine, NOx, CO2, particelle di carbonio… tutte queste molecole sono rilasciate dall’incenerimento.
In seguito, ci sono altri livelli di inquinamento: questi impianti rilasciano calore, nei fiumi, nell’aria… Parte del calore può essere riutilizzato, ma una parte viene sempre rilasciata nell’ambiente e può provocare anomalie nel delicato equilibrio tra flora e fauna. Non quantifico il problema nel caso dell’inceneritore in Valle d’Aosta, ma questi sono problemi rilevati nei territori laddove questi impianti sono stati costruiti.
Un’argomentazione a favore del pirogassificatore che si vuole costruire in VDA è che sarà utilizzato per produrre energia….
Si, questo è vero, tali impianti sono spesso usati per la produzione di energia. Ma questo non significa che diano un “attivo” in energia. Mi spiego meglio: innanzitutto l’efficienza nella produzione di energia, che può essere calore, o energia elettrica è molto bassa, non supera mai il 10-20% . Bisogna però contare che molta energia è richiesta per ottenere le alte temperature necessarie alla combustione e altra è usata per il funzionamento dei filtri, che si servono di energia elettrica per catturare le micro particelle. In pratica, anche se una parte di energia può venir prodotta, molta di più è utilizzata per il funzionamento dell’inceneritore, quindi il gioco non vale la candela.
Quali possono essere le conseguenze sulla popolazione che vive nei dintorni?
Il principale effetto è “psicologico”…insomma, si fa facilmente passare il messaggio che se la spazzatura viene bruciata senza pensieri, non ci si deve preoccupare di quanta se ne produce e di dove va a finire. Credo invece che sia molto meglio spendere soldi per ridurre la spazzatura non riutilizzabile, piuttosto che bruciarla a posteriori. Poi non sono un medico, non posso parlare delle conseguenze sulla salute nel dettaglio, non è di mia competenza.
Però conosci bene la Valle d’Aosta… La conosco, soprattutto per le sue montagne.
Montagne? Sono stato sul Cervino, e sul Monte Bianco, per diverse vie….ma questo non è importante. Posso solo dire ai valdostani che vivono in un territorio bellissimo e che un impianto di trattamento a caldo non è ciò che serve per fare del bene al proprio territorio.
Quando qualcuno dall’esterno vuole farci credere che una determinata azione o scelta è quella giusta, a tutti i costi, oltre a dire che è giusta dice anche che è necessaria….in molti casi, non è né l’una né l’altra cosa.
Sapete meglio di me che gli inverni dalle vostre parti sono freddi, che spesso il cielo è coperto da coltri di nubi e soprattutto che abitate in una Valle, non in pianura. È per l’effetto dell’inversione termica tipica delle Valli che l’aria fredda crea una sorta di cappa, di coperchio, e i gas rilasciati da una combustione di questo tipo, in particolare in certe giornate invernali, non verrebbero rimescolate al resto dell’atmosfera, non si “diluirebbero” salendo verso l’alto, ma rimarrebbero in prossimità della superficie, spostandosi in orizzontale, sul resto del territorio. Vi assicuro che potreste sperimentare giornate invernali molto poco piacevoli; lo capireste da soli se si potesse osservare ad occhio nudo cosa succede a livello di micro particelle….purtroppo invece non hanno odore, né colore.
I gas rilasciati durante l’incenerimento possono sostanzialmente reagire con altri elementi presenti nell’atmosfera, e al momento delle piogge, queste anomale molecole, trovandosi in prossimità della superficie, ricadono sul terreno, nei fiumi, sui campi. Le conseguenze le potreste sperimentare sulla vostra pelle, si stanno facendo molti studi a proposito, purtroppo tutti a posteriori.
La tua esperienza ti ha mai mostrato che spesso queste “scelte” sono più politiche che ambientali?
Non dovrebbe trattarsi di una questione politica, ma se anche lo fosse…bisogna capire che spesso questi investimenti arricchiscono quelli che non vivono nei territori dove vengono costruiti gli impianti. I rifiuti purtroppo possono essere un business, ma non lo sono certo per la popolazione che abita nei pressi degli inceneritori, che ci guadagna solo in inquinamento.
Ho imparato che non bisogna mai fidarsi dei tecnocrati. Riescono sempre a convincere le masse che certi limiti di inquinamento sono tollerabili…ma solo quando hanno a disposizione tecnologie nuove con limiti più bassi ti dicono che quel limite di prima è intollerabile. Così è stato fatto con molte impianti simili, come con il nucleare, e a proposito sappiamo anche quali sono state le conseguenze di certe “disattenzioni”.
Ci sarà una votazione, un referendum. Vuoi dire qualcosa a proposito?
Dico che è un’occasione per salvaguardarsi. E che non bisogna essere laureati o metereologi per capire che stiamo parlando di impianti, quelli del trattamento a caldo, già ampiamente superati…il mondo sta andando in tutt’altra direzione.
Spero, insomma, che le prossime estate che passerò ad Aosta per andare in Val Veny non ci sia una grossa ciminiera ad accogliermi….potete fare molto di meglio, come merita una regione così “wonderful”, meravigliosa.